Elfo, Elfo del magico Natale, dimmelo tu se puoi essere un amico leale.
Questione Elf on the Shelf, tradizione americana arrivata in Italia da qualche anno, di cui ormai tutti i genitori parlano.
Come per molte questioni, non tutte naturalmente, gli assolutismi hanno vita breve e non hanno molto senso, soprattutto per quanto riguarda questa tradizione.
"L’Elfo No!"
"L’Elfo crea danni psicologici"
Suvvia, parliamone.
Se si decide di parlare del perché evitare l’Elfo, è bene raccontare cosa nello specifico sarebbe da evitare, quali metodi non sono adeguati soprattutto per chi ha bimbi piccoli, raccontando la tradizione.
Quindi, in questo caso specifico, non facciamo di tutta l’erba un fascio.
Perché l’interpretazione della tradizione, può variare: ognuno può farla sua, seguendo linee pedagogicamente efficaci, senza turbare l’equilibrio psichico di un bambino, anzi.
Facciamo così, ti racconto un po’ la tradizione dell’Elf on the Shelf, aggiungendo e modificando le parti che, secondo un approccio alla genitorialità consapevole, non risultano adeguate.
Chi è Elfo (tradizione)
Un piccolo aiutante dispettoso di Babbo Natale, che si nasconde nelle case dei bambini allo scopo di riferire a Babbo Natale tutto ciò che succede in famiglia.
Chi è Elfo
Un amico che decidi insieme a tuo figlio di ospitare in casa (quindi non un obbligo), che condivide con voi della famiglia la gioia e la magia del Natale. Arriva da lontano ma non è collegato a Babbo Natale, se non perché vengono dallo stesso luogo e sono personaggi inventati dalla fantasia e dalla magia del Natale (qui puoi variare come credi, su questa linea)
Scopo di Elfo (tradizione)
Dopo aver osservato i bambini durante il giorno, come una spia nascosta, ogni notte fa ritorno a casa di Babbo Natale e gli racconta come si è comportato il bambino con cui vive. In questo modo, Babbo Natale saprà quali regali portare e se portarli.
Scopo di Elfo:
Elfo non è una spia, è un amico che si può scegliere di ospitare e personaggio inventato dalla fantasia e dalla magia del Natale
Come si attiva (tradizione):
Sarebbe lungo da raccontare, pongo l’attenzione sul fatto che c’è molta rigidità rispetto ad alcuni comportamenti in momenti stabiliti, formule magiche da pronunciare e porte da attivare e disattivare in giorni specifici
Come si attiva:
Lo fai come e quando preferisci, considerando tuo figlio, nel periodo Natalizio
Come funziona:
I bambini se vogliono ricevere dei regali, devono comportarsi bene e rispettare le regole.
I genitori si occupano invece di spostare l’Elfo quando i bambini sono a letto, per poi far ritrovare scherzi e dispetti (di ogni tipo) in giro per casa, causati da lui.
Come funziona (tradizione):
Come un amico gentile che propone attività creative, progetti e giochi simpatici (anche basati sulla condivisione delle emozioni che tuo figlio vive nel corso della giornata) o ricette anche da fare insieme. Può promuovere gesti di gentilezza e altruismo, magari potrebbe proporre un‘azione gentile che tuo figlio può compiere, come aiutare un amico o fare un disegno per qualcuno oppure scrivere un messaggio dolce ad una persona a cui desidera. A sua volta tuo figlio può preparare la colazione per l’Elfo come coccola o altre cose, come un disegno, un collage, una foto, una lettera, ecc.
Se il bimbo tocca l’Elfo (tradizione):
Elfo perde la magia ed occorre scrivere una lettera di scuse per averlo toccato, spargere un pizzico di cannella e cantare una canzone di Natale per riattivarlo.
Se il bimbo tocca l’Elfo:
Non succede nulla. Si può tenere in braccio o toccarlo e parlargli.
In sintesi, tuo figlio non dovrebbe percepire l'Elfo come una figura minacciosa che sta in disparte, pronta a registrare ogni suo comportamento per poi fare la spia a Babbo Natale, con la conseguenza di non ricevere regali il giorno di Natale.
In più, impedire a tuo figlio di relazionarsi fisicamente con l’elfo, rischia di trasformare questa figura in una sorta di pericolo immaginario, soprattutto se come genitore, costruisci certi scherzi di cattivo gusto da far trovare al mattino.
Il concetto di base è adattare la tradizione al tuo bambino, ascoltando le sue emozioni ed i suoi pensieri, senza presentarlo in casa all’improvviso ma farla diventare una decisione condivisa, da interrompere se non apprezzata.
Perché al centro non ci sono i tuoi bisogni in questo caso, ma c’è tuo figlio con i suoi.
Dott.ssa Maria Luisa Aniello
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